domenica 8 settembre 2013

Cinquantacinque


Problema:
dato un grape tomato del peso di 20gr circa, calcola quanti di questi (fottuti) pomodorini servono per raggiungere quota 100kg. Inoltre, considerato un intervallo di tempo di 8 ore, interrotto da due pause di 5 minuti l'una, in cui vengono raccolti i suddetti 100kg di grape tomato, calcola quanti pomodorini saranno raccolti al minuto.

Diverso tempo era trascorso senza che andassimo a Port Douglas. Non che le cose fossero cambiate, eravamo ancora da Patch, ma venivamo convocati per fare un paio di giorni a settimana di raccolta lime. Era un ottimo motivo per restare a Dimbulah e una perfetta scusa per non seguirlo al mercato. Poi ci fu una pausa nella raccolta, accadde così che per la settimana successiva non sarebbero stati raccolti lime, ma per quella successiva ancora sapevamo che saremmo stati arruolati per i grape tomatoes. Avevamo una settimana libera e decidemmo di trascorrerla ancora a Port Douglas dove ormai eravamo di casa per vedere amici, per reclamare indietro le tasse pagate, per vacanza e, soprattutto, per lasciare definitivamente quel delirio di casa e di uomo che è Patch che i giorni da trascorrerci insieme erano belli che finiti.
La settimana a Port era appena cominciata e poi, e poi ci chiamò un'altra farm, questa di pawpaw o papaye che è la stessa cosa, che aveva urgenza di un paio di lavoratori per la settimana. E nel capannone c'era una cucina che potevamo usare liberamente e non dovevamo tornare da Patch. E allora risalimmo di corsa in van e tornammo ancora a Dimbulah. E amici, tasse, relax rimandati.
Il trattore su cui raccolgo papaye procede lento ma costante, procede inesorabile. E io lassù sull'elevatore che andava su e giù e intanto basculava e la sera del primo del giorno avevo le vertigini e il mal di mare. E faceva su e giù e basculava e andava avanti lento e costante e si fermava un attimo e ripartiva inesorabile e gli alberi fitti e le foglie grandi si muovevano col vento e sembravano sussurrarsi e le papaye gialle erano verdi e se erano gialle erano troppo mature e andavano scartate e nel verde delle papaye gialle nel senso di qualità dovevo trovare sfumature di giallo, le papaye rosse erano in un altro campo ma erano arancioni, quelle gialle di qualità verdi di colore con incombenti sfumature di giallo quelle andavano bene, ma occhio ai graffi dei rami, ai morsi dei cacatua, alle cacate dei pipistrelli, ai graffi degli uccelli, alle bruciature solari, in quei casi non andavano bene, quasi mai. Non era facile osservare, giudicare, scegliere, tenere o scartare, ci voleva velocità di giudizio e poca clemenza. In più staccare una papaya da un'altezza di tre metri su un trattore in movimento non era proprio come staccare un lime con i piedi poggiati in terra. I rami dei lime hanno le spine, devi carezzarli dall'interno verso l'esterno per evitare che ti si conficchino nelle mani. Anche i lime vanno dal verde al giallo ma lì la scelta va più per dimensione. Se le piante sono di quelle alte e passi il tempo col naso all'insù rischi si soffrire di mal di collo. Coi lime canticchiavo “lemon tree”. Le papaye sono grosse, proprio enormi rispetto ai lime, credo che quelle che raccogliamo pesino di media un chilo e mezzo. Le papaye non hanno spine, ma il latte che piangono quando le stacchi fa la pelle tenera che è un'espressione che mi piace “piangere latte fa la pelle tenera”, ma invece significa che la rende morbida e irritata e questa cosa non mi piace, ma io sono coperto con i guanti sulle mani e le maniche lunghe sulle braccia, ma il latte brucia anche gli occhi ma io sono miope e in questo lavoro avere gli occhiali mi fa proprio comodo, mi sembra di essere protetto ma non si può stare tranquilli su un trattore in movimento a raccogliere papaye così pesanti. Canticchio “yellow” dei coldplay. Il primo giorno ero così concentrato sulla raccolta delle papaye che ho messo un piede nel vuoto alla fine della passerella, quasi quasi cadevo, quella notte ho sognato di cadere, ma non come si sogna di cadere quando si sogna di inciampare su un marciapiede, ho sognato di cadere da molto moltissimo in alto e lo scatto che ho fatto è stato enorme con mani, braccia e gambe che cercavano appigli nel letto e ha svegliato anche lei che mi dormiva vicino, sigillati insieme dentro un van, di fianco a un capannone vuoto, di fianco a un cane legato, in mezzo a campi di papaye e nient'altro per centinaia di metri.
Jason raccoglie con me, è poco più vecchio di me, è australiano, quanto fuma è impressionante, ma fa più impressione quanta poca acqua beva e quanto la sostituisca con coca cola e red bull (gli altri della farm lo chiamano appunto red bull), ha pochi denti e la spiegazione dev'essere legata a questa sua dieta (dice che qualche giorno fa abbia vomitato sangue, tutti crediamo di sapere da cosa dipenda), raccoglie le papaye a mani nude, il latte non lo spaventa, mentre raccoglievamo ha detto di essere stato morso da un ragno, dice che lo ha preso di striscio, io l'idea di un morso di ragno di striscio non l'avevo mai presa in considerazione credo neanche gli autori di spiederman altrimenti il supereroe sarebbe stato (ancora più) una schiappa, chissà qual'è la differenza (sarà come il pugno di lato?), comunque fossi in lui i guanti li metterei e berrei un po' più d'acqua.
In mezzo alla settimana ci hanno pure chiamato a raccogliere i lime che avevano cambiato idea, ma ormai eravamo qua e i giorni di lavoro di più, credo che comunque il tipo si sia un po' offeso, ma si tratta di un misunderstanding, e poi ci hanno anche chiamato in una farm di patate, anche se non si raccoglie a mano l'idea delle patate non mi ha mai ispirato troppo. Comunque il lavoro ce l'abbiamo e ora ci troviamo a dover declinare, sempre con la massima cortesia, ma declinare.
La porta verde era la cucina, quelle blu, gialla, arancio e rossa dovevano essere camere ma non ci servivano, la porta viola era il bagno, viola era il colore preferito della tipa del farmer, viola piace molto anche a me, bianca con le orecchie nere era Luna il cane a catena, Luna era bravissima ma aveva il vizio di ammazzare le galline sicchè i farmer la odiavano mentre adoravano il fratello, Luna l'avevamo presa in custodia noi (l'idea del fratello buono e di quello stupido proprio non ci andava giù), Luna un giorno era sparita, “don't worry”, don't worry un cazzo! 
Le papaye gialle verdi, i lime verdi, i pomodori rossi, il cane bianco, le orecchie nere, le porte colorate, yellow, le mani ferite, le nocche screpolate, le stelle diverse e infinite, luna piena, luna bianca, luna il cane, l'una e trentacinque, il latte bianco brucia, la prima goccia di caffè, l'ultima goccia di caffè, il vegemite nero che ora mi piace, il dragon fruit rosso, il rosso antico, i fiori dei mango, la musica, la notte, un film, il silenzio, il silenzio assoluto, il silenzio. 
La soluzione del problema suesposto: caldo mal di schiena che urla di dolore: “infiammazione!”.




Nessun commento:

Posta un commento

Licenza Creative Commons
IL SALTO DEL KOALA by FABIO MUZZI is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.